11 dicembre 2014

Weekly finds


Bracciale oro e nero Nokike
Sciarpa collana ad anello ixela
Ciondolo in ceramica raku oro  RakuLabFly
Cocktail Hat - cappellino oro zecchino JonidaSmakaj


Collage creato da Anna di lalunadianna

1 dicembre 2014

SEO, Amore e Fantasia

A maggio si è svolto il Modulo di Etsy School su SEO. Farne un resoconto risulterebbe un po' noiosetto, quindi abbiamo pensato di sostituirlo con qualcosa che viene dal cuore.


foto di MinnesotaPrintCo

Ultimamente mi sono ritrovata a parlare con le mie amiche, sostenitrici, sopportatrici, nonché leader dell’EtsyItaliaTeam, di come fosse cominciata la storia d’amore col mio attuale fidanzato. Da molto tempo non ci pensavo, circa 7 anni, mese più mese meno, e col senno di poi, mi sono resa conto di quanto una soap opera avesse una trama più scorrevole e di quanto impegno, sforzo e perseveranza siano necessari per arrivare ad avere ciò che si vuole.
Il dolce rimembrar mi ha portato alla mente una trilogia di film, campione di impegno, sforzo, perseveranza e ovviamente romanticismo: Before Sunrise, Before Sunset, Before Midnight.
Cosa c’entrano la mia vita privata e i miei gusti cinematografici con SEO? E’ presto detto: mi è venuta voglia di comporre tre treasury (ovvero le collezioni di promozione collaborativa su Etsy) che avessero i titoli dei film della trilogia e sul tema della coppia. E qui sono iniziati i problemi.
Da tempo ho una cartella segreta tra i miei fav chiamata “Couple” ma grazie alla mia incostanza, l’ho trovata poco fornita di spunti. Ricordando di avere molti favoriti con oggetti per coppie, ho iniziato a spulciare tra le mie 450 pagine di favoriti con parole chiave molto banali: coppia, paio, doppio, due, matrimonio e via dicendo.
Sono rimasta basita: ad ogni parola chiave o sinonimo col tema amore, coppia o matrimonio, immessa mi sono ritrovata con inserzioni in cui non era indicato se gli oggetti proposti fossero coppia o meno, nonostante molti lo fossero visibilmente. 
Qui è necessario dilungarmi per un momento, partendo da un esempio. Cercando delle fedi nuziali per le T di cui sopra, mi è capitato di trovare tantissimi articoli dove non fosse mai specificato (nè nel titolo, nè nelle tag, nè nella descrizione, e non solo nell’Etsy Italia Team) che fossero due o una coppia di anelli. Usare semplicemente  il plurale - “wedding rings for her and for him” - potrebbe non essere sufficiente. Vero è che utilizzare tutti i sinonimi possibili e immaginabili è complicato e decisamente impraticabile, ma essere dettagliati e utilizzare un lessico appropriato, vasto e variegato è certamente di grande aiuto nel farvi trovare. Quando si dice di mettersi nei panni di chi compra non si intende che dovete mettervi a studiare la parapsicologia per poter leggere il pensiero dei vostri possibili clienti, ma che, dato che siete voi stessi compratori, oltre a descrivere il vostro prodotto, potreste supporre di volerlo comprare e quindi cercarlo, ricordando che se siete voi i futuri sposi, la parola “wedding” sarà presumibilmente al centro dei vostri pensieri, ma se invece foste gli invitati, molto probabilmente per voi quello stesso oggetto sarà un “gift”. Vi consiglio quindi di allontanarvi un momento dall’oggetto che avete creato, e far finta di vederlo per la prima volta. In certi casi può essere davvero utile chiedere consiglio a parenti e amici, reali e virtuali, chiedendo loro come lo descriverebbero. Per esempio potreste fare dei sondaggi sui vostri social: questo inoltre crea un forte legame e interesse verso di voi, verso il vostro prodotto e verso il vostro lavoro, aumentando così la cerchia dei vostri possibili clienti.
Tornando a noi: le mie ricerca andate a vuoto hanno suscitato molte perplessità e una catena di ragionamenti che mi ha tenuta sveglia fin troppo a lungo.

La SEO non è il male
La SEO (o il SEO - trovare il genere di SEO è come parlare del sesso degli angeli: nessuno lo sa, ma in fondo a nessuno interessa) non è il male, come invece lo è il flash (cit.) né tanto peggio un complotto per tenere impegnati i venditori di Etsy, ma è un campo che ha bisogno di impegno, sforzo, perseveranza e tanta tanta fantasia. E oserei dire anche di tanto amore. Già amore. Non perché stessi cercando, in quel frangente, oggetti relativi al sentimento supremo, ma perché, per fare le cose con impegno, sforzo e perseveranza, l’amore è necessario.
Sembra un’affermazione azzardata e fuori dagli schemi, ma tolto l’amore, l’impegno, lo sforzo e la perseveranza, sono solo fatica e testardaggine. E allora ecco che SEO si trasforma in qualcosa di incomprensibile, azzardato e imperscrutabile.

foto di PhotographyDream

Quando parlo dell’amore che dovremmo mettere in SEO, ovvero nell’Ottimizzazione per i Motori di Ricerca, intendo dire che dovremmo usare le parole che nascono non solo dal ragionamento, ma anche dal cuore e dall’esperienza, e sconfinare addirittura, usando la fantasia e l’immaginazione. E così facendo non daremmo per scontato più nulla, esattamente come in una storia d’amore: il più delle volte le storie d’amore finiscono perché si danno per scontati sentimenti, comportamenti, gentilezze reciproche, semplicemente ci si dimentica di compierle o ci si aspetta di riceverli. Spesso infatti si dice, quando una storia finisce, “Non c’era più fantasia”. SEO in fondo è molto simile. Faccio un esempio: quando descriviamo (già mi ci metto dentro anche io, in fondo questa epifania risale a ieri sera) un oggetto che abbiamo prodotto, spesso e volentieri dimentichiamo o diamo per scontati dei fattori invece essenziali. E’ ovvio che se vendessi degli orecchini, li venderei in coppia, ma allora perché non scriverlo? E’ ovvio che se vendessi un anello, sarebbe molto probabilmente un cerchio, ma allora perché non scriverlo? E’ ovvio che se vendessi una sedia avrebbe quattro gambe, una seduta e uno schienale, ma allora perché non scriverlo?
Molte guide di vendita online consigliano inoltre di usare termini che descrivano non solo il prodotto che vendiamo, ma anche il potenziale cliente a cui ci rivolgiamo, lo stile e l’uso che si potrebbe fare del nostro prodotto.
L’obiezione potrebbe essere: ma ci sono anche le foto. Verissimo, ma le foto non sono ottimizzate per la ricerca, così come lo è il linguaggio, attraverso cui si possono usare infinite declinazioni ed entrare nello specifico. E allora, mi chiedo, perché non descrivere anche la foto che presentiamo?


L’importanza dei dettagli
Quando frequentavo l’accademia di Belle Arti, il mio corso principale era Pittura, e nello specifico seguivo un corso indirizzato all’arte contemporanea. Alla prima lezione che seguii, il professore, in un’aula bianca e vuota, ci disse che avremmo dovuto utilizzare quell’aula come un contenitore, un banco di prova per le nostre possibili future esposizioni in galleria. Al momento non mi era molto chiaro cosa intendesse dire, ma alla prima verifica capii: una mia compagna al primo anno fece un’installazione, dimenticando di togliere i chiodi sul muro lasciati l’anno precedente da uno studente frettoloso. Il professore non considerò minimamente l’installazione presentata e si diresse verso quei minuscoli spunzoni d’acciaio conficcati nel muro, chiedendo che relazione e che importanza avessero con l’opera esposta. Questo fu a dir poco sbalorditivo e incredibilmente emblematico. Quella piccola dimenticanza costò alla mia compagna un voto basso, ma non perché il professore fosse particolarmente severo, bensì l’attenzione ai dettagli e alla presentazione in quell’aula era tenuta in particolare considerazione. E con gli anni mi sono resa conto che in quell’aula ho imparato molto di più di quanto credessi.

foto di MyMintMouse

Oggi mi ritrovo infatti qui a parlare di come la presentazione fotografica e testuale di un prodotto sia di un’importanza spesso e volentieri sottovalutata e data per scontata, cosparsa di piccole, apparentemente insignificanti dimenticanze, che non portano a un voto basso, bensì a non vendere ciò in cui crediamo e ci impegnamo con tanta costanza, entusiasmo e amore.
Forse allora dovremmo descrivere i nostri prodotti, e il modo in cui li presentiamo, non come se ci rivolgessimo a un potenziale cliente, ma come se chi abbiamo di fronte non avesse mai visto e non sapesse che gli orecchini di consuetudine si portano in coppia, che gli anelli di consuetudine sono circolari e le sedie di consuetudine hanno 4 gambe, una seduta e uno schienale. E inoltre: che quegli orecchini sono stati fotografati su un fondo bianco perché ne risalta la materia e il colore; la luce è laterale perché vogliamo rendere l’effetto che farebbe portali passeggiando al parco la domenica pomeriggio, andando a bere un caffè con le amiche, al quale rimandiamo appendendoli sul bordo di una tazzina.


L’amore è il motore di ogni cosa, anche della SEO
Sì ma l’amore che c’entra con tutto ciò? Se non amate il vostro prodotto, le vostre foto e le vostre descrizioni, saranno solo fatica. Ma non solo: se non amate il vostro possibile cliente, se lo date per scontato, pensando che sia lui o lei a non capire la portata e la bellezza del vostro lavoro, lo sforzo e l’impegno che ci mettete, e la perseveranza nel migliorarlo e nel promuoverlo, mi spiace dirvelo, ma è solo perché non glielo state dicendo con le giuste parole e, soprattutto, perché quello che state facendo per voi è diventato solo mera fatica.
I risultati positivi arrivano solo con l’impegno, lo sforzo e la perseveranza. L’amore è il motore che aziona quell’impegno, quello sforzo e quella perseveranza, che rende tutto più  semplice e più bello, che non ci fa venire a noia nulla di ciò che facciamo, sia essa la nostra storia d’amore, il nostro prodotto, e persino la SEO.


PS: le tre treasury, per la cronaca non le ho ancora fatte, ma forse per quando quest’articolo sarà pronto…
PS2: predico bene e razzolo male! Non prendete il mio negozio come esempio di SEO, ve l’ho detto che tutto questo mi è venuto in mente solo ieri sera?



scritto da Giada di GingerLab






Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.

E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

24 novembre 2014

Riflessioni su artigianato e diritto d’autore

Una delle peculiarità dell'artigianato è quella di non essere mai uguale a se stesso e di avere una nota di innovazione intrinseca, aggrovigliata come una rete, alla sua stessa natura. L'artigiano è infatti colui che, trovandosi di fronte a un problema tecnico o formale da risolvere, escogita e ricerca la migliore soluzione possibile adatta alle sue possibilità e capacità.


L'etica può avere molteplici accezioni, che siano esse religiose o laiche, personali o condivise, ad ogni modo a un livello convenzionale e terra terra è quel "ramo della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati" (cit. Wikipedia )



foto di TheQuirks


Perché fare questo preambolo e parlare di artigiani e di etica? È presto detto: perché copiare il lavoro e le idee altrui è deontologicamente, moralmente ed eticamente sbagliato. Non perché lo dico io, che sono Mrs Nobody ma perché copiare è uguale a rubare.
Spero che non vi sia mai successo di rientrare in casa e trovare tutto a soqquadro, senza più i vostri preziosi e con la sola prospettiva di dover lavare ogni singolo oggetto e indumento della vostra "casa dolce casa", ormai pieno di impronte di sconosciuti, che neanche hanno avuto l'accortezza di usare il sapone che era lì, sul lavandino di fianco agli anelli spariti. Ecco a me è successo anni fa. E la sensazione che rimane è davvero quella di non sentirsi più accolti tra le mura più intime e conosciute di casa propria.
Provate ora a trasporre questa non augurabile sensazione a qualcosa che è ancor più intimo: le idee.

foto di MYMUSECOMESANDGOES

Rubare le idee altrui si chiama generalmente copiare. Apparentemente ci sono molti modi di copiare, ma sono solo differenti vocaboli: contraffazione, violazione dei diritti d'autore, “prendere ispirazione”, reinterpretazione, etc ma dal mio punto di vista è sempre e solo rubare. E chi dice che non è così, lo fa solo per darsi una giustificazione per sentirsi la coscienza a posto, dal mio punto di vista.
Sarà che le giustificazioni non mi sono mai piaciute, e le scorciatoie ancor meno, ma trovo che ri-fare un prodotto (inventato da un altro) per venderlo, sia molto svilente e infantile. E in più, si porta dietro dispiaceri e dissapori: quando subiamo un furto di idee, in noi potrebbe nascere una collera tale, che ci acceca tanto da non riuscire neanche a riconoscere che qualcuno ci abbia preso come modello, che qualcuno ci ammiri così tanto da copiarci.

Quando invece siamo noi ad essere artefici di quel furto e presentiamo sul palcoscenico della rete il nostro prodotto palesemente copiato, pecchiamo di un orgoglio e di una superbia difficilmente digeribili. E dico questo perché presentare una copia della principessa Disney in voga, è per prima cosa un insulto a quel pubblico che vorremmo tanto attirare: perché mai io, cliente, dovrei comprare un'imitazione? O ancora, il cliente potrebbe interpretarlo come un oggetto promozionale autorizzato, quindi lo stiamo truffando! E nel caso della fan art, se chi copia ama talmente tanto quel personaggio, ammirerà di riflesso chi l'ha creato, quindi perché volerci guadagnare a suo discapito e in qualche modo gabbando i compagni di ventura (gli altri fan nonché possibili clienti)? In secondo luogo, non è per niente diverso dal mercato mafioso della contraffazione dei grandi marchi di moda, con l'unica differenza che forse non si sfrutta forza lavoro e non si guadagnano cifre così alte. Per non farsi mancare niente, poi è un insulto a voi stessi, cari artigiani, artisti e creativi: state prendendo la scorciatoia del guadagno facile e venite meno alla definizione data all’inizio di questo testo (che non è mia, bensì è parafrasata da Futuro Artigiano - pag. 22 e seguenti). 
Quindi più di ogni altro, deluderete voi stessi. Perché se siete davvero così bravi da saper replicare un fumetto o un logo famoso, allora l'unica cosa che vi manca è la fiducia in voi stessi. Cercatela e avrete davvero molte soddisfazioni, ma per piacere, smettetela di copiare.

foto di RetroBode

Un chiarimento per concludere (quasi): la legge, o meglio le leggi, su copyright e trademark (che sono due cose distinte, anche se a volte complementari) sono nazionali e internazionali, pertanto presentano tante sfumature e applicazioni a seconda dei casi, anch'essi incalcolabili. Vorrei però soffermarmi su un elemento condiviso: se un oggetto, un personaggio (che sia di un film, di un libro, di un fumetto, di un videogioco, di un telefilm etc, e comunque non creato da voi), una grafica, un logo, una foto, una canzone, un software, nonché una storia etc sono coperti da copyright e/o tradamark per riprodurlo, commercializzarlo, modificarlo e a volte citarlo, è necessario possederne i diritti o quanto meno il consenso dell'autore. Se ne siete in possesso o se, per es. il fumettista di turno scrive sul suo blog o dice in un'intervista che approva la fan art derivata dalla sua opera, INDICATELO con il riferimento a quella citazione.


Concludo con una considerazione del tutto personale (come del resto è tutto ciò che ho scritto prima): nascondersi o giustificarsi dicendo “ma lo fanno in tanti, sia su Etsy sia al di fuori” non implica che sia giusto, lecito nè tantomeno legale farlo. Indica piuttosto una carenza di conoscenza e informazioni, che potrebbe rivoltarvisi contro perché "la legge non ammette ignoranza". Se avete intenzione di proporre sul mercato qualcosa che non sia farina del vostro sacco, informatevi da un legale perché è possibile che stiate per compiere un reato, inconsapevolmente. Potreste infatti incorrere in conseguenze che vanno dalla semplice (si fa per dire, viste le cifre esorbitanti) multa, al sequestro del materiale, al risarcimento dei danni per mancato guadagno, al pagamento della parcella dell'avvocato di chi vi fa causa, per arrivare persino alla detenzione e altro ancora.


Link e riferimenti per saperne di più:

- L. 633/41 sul Diritto d'Autore
- SIAE

Per cercare a chi sono registrati i trademark:
Da ArtTribune sul diritto d’autore e il relativo piano tributario.
Un articolo sul sito di Chris Oatley, Character Designer e Visual Development Artist per DisneyToon Studios, con un video davvero da non perdere: Is Fan Art Illegal?


Etsy e Etsy Italia Team

- Fan Art and Fair Use: One Truth and Five Myths (fornisce il punto di vista degli USA)
- Disney and Copyrights (discussione sui diritti d'autore detenuti dalla Disney)
- FAQ dal blog di Etsy


Alcune definizioni (in ita e eng perché ci sono alcune differenze):
















scritto da Giada di GingerLab

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.










20 novembre 2014

Weekly finds


Anello personalizzabile in pelle  SteamyLab
Custodia iPad in pelle feltapp
Borsa di pelle fiorentina 70s KabubaStore
Collana boho di pelle katrinshine


Collage creato da Anna di lalunadianna

31 ottobre 2014

Scrub corpo DIY

Questa è la mia rielaborazione del classico scrub per il corpo.
In giro ce ne sono varie versioni fatte con sale, zucchero e olio di mandorle.
La prima volta che l'ho fatto non avevo l'olio di mandorle e quindi l'ho sostituito con l'olio di oliva del contadino che avevo in casa: ha funzionato benissimo!
Eccovi la versione rivisitata dopo che mi hanno regalato l'olio di mandorle. 


INGREDIENTI:
Sale fino
Zucchero di canna
Olio d'oliva (possibilmente EVO)
Olio di mandorle dolci


STRUMENTI:
1 cucchiaio
1 barattolo con tappo a vite e orlo largo, per poterci infilare il cucchiaio.


PREPARAZIONE:
Di base si fanno parti uguali di zucchero e sale e poi si aggiungono gli oli.
Per lo scrub che vedete in foto ho usato 5 cucchiai di zucchero di canna e 5 cucchiai di sale fino.


Versateli direttamente dentro il barattolo di vetro e mescolateli con il cucchiaio che avete usato come misurino. Tappate ed agitate, in modo che si mescolino bene.
Riaprite e misurate 2 cucchiai d'olio d'oliva, amalgamate col cucchiaio e di nuovo tappate e agitate.



Riaprite e aggiungete l'olio di mandorle dolci, circa un cucchiaio.
Verificate che la consistenza sia come volete voi, e in caso aggiungete altro olio di mandorle. Non fatelo troppo liquido, vi ungereste troppo quando lo usate: mantenete una consistenza granulosa!

VARIANTI: 
potete aggiungere polvere di caffè, darà una sferzata alla pelle.
Oppure potete aggiungere un paio di gocce di oli essenziali ad esempio la menta rinfresca, perfetto se fate la doccia al mattino.
Di sera invece provate la lavanda  che rilassa, per donare un buon riposo. 
Scegliete voi!
  



MODO D'USO: Per usarlo inumidite la pelle e prendendo poco prodotto per volta massaggiate sul corpo, insistendo dove la pelle è più spessa o secca. Il sale e lo zucchero svolgeranno un'azione meccanica rimuovendo le cellule morte e permetteranno agli oli di penetrare e nutrire la pelle. Poi sciacquate. 
Visto che pelle? 


Scritto da Conny di CONNYSKREATIONS

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