31 dicembre 2015

Addio e grazie per il pesce. Anche se non andiamo da nessuna parte.

AVVERTENZA: i contenuti di questo post sono adatti ai cuori di biscotto e ai piagnoni. Se vi riconoscete in questo profilo, procedete nella lettura, ma preparate i fazzoletti perchè piangerete come vitellini. 

Verso la fine dell’anno spesso ci si guarda indietro e si tirano le somme: quest’anno noi lo facciamo guardando a uno dei primi post del 2015, svuotando il nostro barattolo dei bei ricordi e ringraziando tutti coloro, nei limiti che la nostra memoria di bacucche ci permette, hanno reso il 2015 un anno degno di essere vissuto.

Tutto è iniziato proprio dalla foto di questo post, scattata da Yatta! Fai da noi, durante la riunione annuale delle RaghEtsy (come ha soprannominato un mio amico la leadership e le collaboratrici strette di Etsy Italia Team) quando si è deciso il programma annuale da seguire con il team. Tempeste di cervelli, paragonabili alla nevicata del 1984/85, non si incontrano spesso, e tra un’insalata di riso e le chiacchiere con uno chef giapponese, come in un bestseller dei tempi andati, è nato il programma di formazione per i venditori, la EIT school, ma anche i Belli del Mese, la programmazione della Neswletter e tutte le belle cose che abbiamo fatto insieme quest’anno. Il primo doppio GRAZIE! va quindi alle altre leader e capitana del Team più figo che c’è, alla loro perenne disponibilità e gentilezza ad aiutare chi si affaccia nel turbinoso mondo della vendita online, e ovviamente, al Team-senza-pari, senza la cui collaborazione, armonia e impegno costante, saremmo solo una buona cioccolata calda senza la panna. Vi amo Ragazze (e Ragazzi, anche se siete pochi)!

E ora andiamo sul personale. 


Il mio anno è stato costellato di avvenimenti stupendi e di altri infinitamente tristi (che tralascerò), come è normale che sia nella vita di ognuno, e fare una graduatoria è difficile, perciò vado in ordine sparso.
Un grazie infinito agli amici che mi hanno invitato ai loro matrimoni, coronamento di amori perfetti: uno avvenuto nella lontanissima Argentina, e solo festeggiato in Italia, ma ancora non riconosciuto, che mi fa sperare tantissimo che presto anche il nostro paese riconoscerà che chiunque ha il diritto di suggellare il proprio amore con un atto formale. Perchè LOVE WINS! E l’altro avvenuto in Giappone, e replicato in Italia, dove ho visto la dedizione di un padre che si è impegnato, per l’amore verso sua figlia giapponese e la gentilezza verso gli ospiti italiani, in un rocambolesco discorso strappalacrime nella nostra, per lui assurda, lingua.
Altro grazie di cuore va alle persone che ho incontrato in alcuni eventi strettamente legati all’handmade e sono davvero tantissime: a tutte, ma proprio tutte, le Creative in Rete, che ho già avuto modo di apprezzare e raccontare, a tutte le persone che ho conosciuto, incontrato ed ascoltato alla Maker Faire Rome, ai ragazzi di Instagramers, alle Eittine che incontro sporadicamente, perché cambiare il mondo con gentilezza e armonia è una delle cose più belle che fate.
Ringrazio anche Steve Ignorant che, nonostante credo non conosca l’italiano e non intenderà quel che dico, mi ha fatto piangere di gioia al suo concerto a Londra e mi ha fatto reinnamorare della musica.
E ringrazio mia cugina, quasi una seconda sorella, per le sue ricerche universitarie che mi accompagnano in viaggi immaginari di una bellezza senza fine; il mio amico scrittore per le lunghe chiacchierate letterarie in un bar-libreria milanese, e il mio fidanzato semplicemente perchè c’è.
Vorrei citare ogni persona che mi ha regalato un sorriso e un attimo di felicità, ma preferisco ripetermi e ringraziare per la seconda volta le Lalle, Fran, Ire, Lau, Marta, AnnaLuna, AnnaMuu, Manuel, Cri, Siska, Ila, Dani e tutte le persone come loro sparse in ogni angolo del pianeta, che sono sempre pronte a darti consigli sul tuo lavoro, a spronarti, a incoraggiarti, che ci sono sempre, (anche perché alcune soffrono d’insonnia o stanno dall’altra parte del mondo) quando le cose vanno bene e quando vanno male, che non sanno cosa sia l’avarizia e che vivono con il bicchiere sempre mezzo pieno, e se te sei rimasta a secco, non si fanno minimamente scrupoli a dividere quel mezzo bicchiere con te e poi perché con loro mi faccio un sacco di grasse risate.

Concludiamo questo lungo post con un augurio che mio papà usava fare allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre:

“Buona Fine e Miglior Principio!” 

 Ci si vede l’anno prossimo.

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

9 dicembre 2015

I belli del mese





























Una parola gentile può riscaldare tre mesi invernali. 
(Proverbio giapponese)


Con Dicembre, salutiamo il 2015 e ci prepariamo a dare il benvenuto al nuovo anno. Facciamolo con questa selezione invernale e carichiamoci di creatività! Siate gentili, imparate a conoscere e a ricordare, scaldate i cuori degli altri e siate tenaci nella creazione del mondo che volete. 

Buone feste e buon 2016 a tutti!


In ordine: 
- Spilla in legno by DARQCREATIONS 
- Set portacandele in ceramica by NidaCeramiche
- Cappello neonato in Alpaca by nerina52
- Set di palle in plexiglass by DegAll 
- Piccole casette in ceramica by Alisanna
- Pendente fiocco di neve by Mathysa 
- Ciondoli a forma di nuvola by bluecuckoostudio
- Scaldacollo in lana bianca by ceriscioc 
- Tazzina da caffè a pois by Peralia 
- Anello in vetro tecnica Tiffany by CONNYSKREATIONS
- Anello con pietra blu e foglia by GioielleriaBrunelli
- Targa in legno dipinta a mano by Wildfrogcreazioni
- Cuori in feltro e paillettes by Lanatema 

Collage creato da Siska by Siskatank

5 dicembre 2015

Pinterest

foto di TheGeekyGiraffe
Siamo arrivate all’ultimo appuntamento con la nostra school: parleremo di Pinterest e tireremo le somme di questo anno super impegnativo.
Abbiamo già parlato di questo fantastico social in altre occasioni, in particolare riguardo alla school del 2014 e riguardo allo smart feed introdotto sempre l’anno scorso. Quindi oggi vi daremo solo qualche breve consiglio su come poter sfruttare al meglio le sue potenzialità.

CONSIGLI GENERALI

  • Pinterest può essere peggio delle ciliegie o, se non mangi la frutta perché hai timore di trovarci i vermi dentro, della focaccia genovese: non ci si riesce a fermare! Per non togliere tempo prezioso alle tue creazioni, usa un cronometro, vanno bene sia quelli veri sia quelli virtuali, per limitare il tempo giornaliero che passi su Pinterest e datti uno scopo di ricerca. Potresti usare un calendario settimanale, per esempio, e decidere che il lunedì fai ricerca sui tuoi competitor, il martedì sui trend del momento, il mercoledì sul tuo brand e lo storytelling inerente ad esso, il giovedì sul packaging che magari vuoi cambiare, il venerdì su un particolare materiale, e il sabato e la domenica sulle ricette che vorresti cucinare, o sulle magliette con gli unicorni, sui gattini che ruzzolano dal bracciolo della poltrona… insomma un po’ di cazzeggio ci vuole ogni tanto! 
  • Su questo enorme raccoglitore di immagini, puoi fare ricerca per i tuoi prodotti, come si diceva poco sopra: se temi la concorrenza puoi impostare la bacheca con le immagini di ricerca come “segreta”; se invece ami condividere il tuo processo creativo, spostala tra le prime, affinché i tuoi follower sappiano sempre cosa stai preparando per la prossima stagione e come lo stai facendo. 
  • Ci sono pareri contrastanti se avere o meno una bacheca con solo i tuoi prodotti: se hai un negozio online, dal mio punto di vista è un po’ superfluo ricreare una seconda vetrina, ma in molti sostengono che invece sia ottimale raggruppare i propri lavori e non mischiarli con il resto. Io preferisco vedere i prodotti sparsi nelle bacheche a tema: per esempio se vendi vestiti, potresti usare le bacheche per creare degli outfit che includano anche prodotti di altri, per suggerire accostamenti e contestualizzare al meglio il tuo lavoro, ma anche perché la promozione reciproca è sempre la carta vincente.
  • Potresti creare una bacheca che rappresenti il tuo target, includendo quindi tutte le sue caratteristiche come i libri che gli piacciono, come è arredata la sua casa, cosa gli piace mangiare e così via; o ancora, ma per questo caso devi essere davvero super-pro, fondare tutto il tuo account sullo storytelling e creare delle rappresentazioni visive del tuo brand in tutte le sue sfaccettature. Certo, quest’ultimo modo di usare Pinterest è davvero arduo, ma quando capita di trovare dei Pinner che lo sanno fare bene, si entra in un mondo fantastico che ammalia e affascina, come se si leggesse un gran bel libro.
  • Ricorda di dare nomi comprensibili alle bacheche e ai tuoi pin: la SEO è onnipervadente. 
  • Su Pinterest c’è un gran bel modo di collaborare e sono le bacheche condivise: puoi trovare qualcuno che condivida i tuoi valori e la tua estetica e insieme creare una bacheca che sia un punto d'incontro tra i vostri due brand, di modo che si completino a vicenda; puoi usarle per intessere nuove relazioni lavorative; per condividere un tema o un interesse con altri creativi; o addirittura chiedendo ai tuoi clienti di pinnare ciò che gli piace in relazione a un tema scelto da te. Insomma tempeste di cervelli a go go! 
  • Scegli oculatamente le copertine delle tue bacheche in modo da creare un’immagine armoniosa del tuo profilo, magari uniformando colori o toni: questo colpisce immediatamente l’attenzione di chi arriva sul tuo profilo, che molto probabilmente sceglierà di seguire tutte le tue bacheche e non solo alcune. Puoi anche decidere di cambiarle a seconda delle stagioni, dei colori in voga al momento, delle tendenze etc. 
  • Per analizzare il tuo brand crea una bacheca privata (o non) per metterci dentro tutte le cose che ami di più. Indipendentemente da cosa siano. Falla stagionare qualche giorno per benino, e poi riguardala attentamente. A questo punto rifletti, cercando di capire cosa sono le cose importanti per te e per il tuo branding che poi trasporrai e tradurrai in tutte le parti del tuo business. Periodicamente riguardala e ripeti l’analisi, per essere sempre circondata da ciò che ami e non dalle cose superflue. 
  • Infine ricorda: un pin al giorno toglie il medico di torno! Organizza il tuo tempo prevedendo 5 minuti di pin e ripin 3 volte al dì, per essere sempre attiva (Pinterest è pur sempre un social e ha bisogno di continue scosse di vita), per non saturarti velocemente, e per far sapere ai tuoi follower che ci sei e sei sempre sulla cresta dell’onda. 

ALCUNI ESEMPI DA CUI PRENDERE ISPIRAZIONE

Su Pinterest è sempre bene caricare immagini “belle” e mantenere un filo conduttore sul proprio account, che sia in linea con il proprio brand e il proprio stile. Ho scelto di presentarvi alcuni profili che dimostrano le potenzialità che questo social può offrire.

  • Chi l’ha detto che se si è food blogger si deve parlare solo di cibo? Local Milk ci accompagna in un viaggio al di là delle pietanze e ci fa entrare in un mondo a tutto tondo, perchè non di solo cibo vive l’uomo.
  • Chi è Le Prince Jardinier? Sembra avvolto dal mistero, ma è un negozio di mobili, utensili e abbigliamento da giardinaggio superchic creato effettivamente da un principe nel 1995. Questo account ci fa capire le potenzialità che Pinterest ci offre, a saperle sfruttare bene.
  • Ultimamente propongo continuamente le sorelle di Pemberley Pond come esempio da seguire, ma quando uno, anzi due sono così brave, è inevitabile. Sulla loro pagina ci sono molte bacheche tematiche su alcuni dei libri da cui prendono ispirazione e una particolarissima bacheca, a cui collaborano con Loukippi, che ricorda l’atmosfera che le circonda quotidianamente: come a dire che l’ambiente circostante ci permette di creare ciò che creiamo. 
  • Le bacheche di EF Accessories centrano talmente tanto il target a cui si rivolge da far rabbrividire (è la nostra capitana mica per niente!), creando un ritratto super dettagliato dell’uomo elegantone e con un gusto sofisticato, che non può che scegliere una sua lapel pin da indossare. 
  • Sarah Prall è insuperabile a raccontare storie con le immagini: quando si è sulla sua pagina è come sentir leggere una fiaba della buona notte, che ci accompagna in sogni sublimi e incantati. 
  •  L’account di Carolyne è un arcobaleno tenue, ispirato alla natura e rigorosamente in ordine cromatico. Un ottimo spunto per ricordarsi di tenere in ordine il proprio “luogo di lavoro” virtuale. 

LINK DA STUDIARE 

Articoli precedenti sul blog 

Dal forum - per visualizzare devi essere iscritto al team
Guide
4 errori da evitare - in inglese 

ESERCIZI 

  1. Se non hai Pinterest: apri un account, crea almeno 10 bacheche che esprimano il mondo del tuo brand. 
  2. Se hai già Pinterest: togli tutti i pin che stonano, cura almeno 5 bacheche in modo che siano impeccabili, ovvero belle dall’inizio alla fine, con una bella copertina che inviti a cliccarci su. 
  3. Crea una bacheca che attiri il tuo target, riempila di prodotti (compreso il tuo) e ogni volta che qualcuno la segue (quindi che segue SOLO la bacheca) vai sul suo profilo e cerca di capire i suoi interessi: cosa le piace? A che stile di vita aspira? Come usa pinterest? Usa questi dati per affinare sia l’utilizzo di Pinterest che il ritratto del tuo cliente ideale.

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

4 dicembre 2015

Instagram

foto di RochaixCo
Instagram è forse il social più adatto ai creativi: è principalmente visuale, permette un’interazione elevata ed è immediato da usare. Nel caso non lo sapessi già: instagram è un’app per smartphone che permette di scattare e pubblicare foto in un proprio profilo / gallery; Gli altri utenti possono seguire il profilo o interagire con le singole foto mediante cuori o commenti. Se il tuo target rientra nell’età 17-35, che costituisce il 70% degli utenti IG) questo social fa decisamente per te.

CONSIGLI GENERALI 


  • Il fulcro sono le foto, quindi fare belle foto è obbligatorio. Per belle foto si intende come al solito: illuminazione naturale o comunque ottimale, attenzione all’inquadratura e alla composizione, evitare di fare foto sfocate o sgranate. 
  • Instagram permette la modifica delle foto con filtri o un editor base. Meglio non esagerare troppo con queste funzioni: se una foto è scura scura non si potrà migliroare più di tanto. 
  • Lo scopo è farsi trovare: dovrai usare gli hashtag (le parole chiave precedute da #) per permettere agli altri utenti di arrivare sul tuo profilo. il numero ottimale di hashtag è tra i 5 e 10, evita i #likeforlike e robe simili perché il tuo interesse è che le tue foto siano viste e piaciute dal tuo target e non da gente che poi si aspetta un cuore in cambio. Scegli le parole chiave usate su instagram, per fare ciò puoi usare websta.me, un sito in cui puoi fare delle richerche per parole chiave e vedere quali hashtag vengono usati contenenti tali parole chiave. 
  • Lo scopo di instagram, se hai un brand, non è farsi le selfie né creare un catalogo fotografico; lo scopo è, come sempre, raccontare il tuo brand in modo da raggiungere il tuo target. Racconta di te, della tua vita, dei work in progress, dei dietro le quinte del tuo brand. 
  • Seleziona tantissimo le foto, per arrivare ad avere un profilo bello devi mettere solo le foto migliori. 
  • Coinvolgi i tuoi follower: rispondi ai commenti, organizza giochi o attività (es. un hashtag intorno cui chi ti segue possa riunirsi). 
  • Posta regolarmente senza esagerare: non più di due foto al giorno, magari distanziate durante la giornata, non meno di un paio di foto a settimana. 
  • Crea una gallery che esprima il tuo brand e che spinga chi passa da lì a seguirti. 
  • Usa la bio del tuo profilo per dare informazioni rilevanti: la bio è l’unico posto dove i link sono cliccabili, usalo saggiamente! Qui puoi inserire anche informazioni rilevanti periodicamente (offerte speciali, post che vuoi vengano letti, ecc.). 

LINK DA STUDIARE 


Guida completa all’utilizzo di instagram
5 top strategies to win on Instagram
Come spopolare su instagram
The science of instagram: how to get more followers and like
5 best types of instagram photos to drive engagement
25 tricks for effective instagram marketing
52 tips on how to market on instagram
Instagram - come usare gli hashtag e altri consigli
Pubblicità su instagram 
Come i brand utilizzano hyperlapse
Video su instagram: il marketing 
Instagram come si usa: le dieci cose da non fare assolutamente

ESERCIZI 

Puoi fare uno o tutti i seguenti esercizi:

  1. Cerca di capire quale tipo di foto potrebbe piacere al tuo target: temi? Composizione? Tonalità? 
  2. Crea un calendario editoriale per pubblicare regolarmente su instagram per le prossime due settimane almeno due volte a settimana; 
  3. Trova il modo di coinvolgere i tuoi follower: invitali ad usare un hashtag che poi userai per scovare le foto più belle e metterle sul tuo profilo, fatti aiutare a creare un prodotto nuovo, ecc.
  4. Crea un video di un tuo prodotto mentre viene usato / indossato / inquadrato a 360°. In ogni caso, misura le interazioni con i contenuti che proponi e cerca di capire quali sono quelli che funzionano di più.

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

30 ottobre 2015

Lettera aperta a Etsy riguardo il Comitato consultivo dei venditori

Cara Etsy,
nei giorni scorsi abbiamo visto l’annuncio per il Comitato consultivo dei venditori.
Dobbiamo dirtelo, siamo davvero deluse. Anche se apprezziamo il fatto che pensi a nuovi modi di entrare in contatto con i venditori, pensiamo che i doveri di questi consiglieri superino di gran lunga qualsiasi impegno dovuto alla community.

Come membri della comunità italiana su Etsy, ci sentiamo ulteriormente prese in giro, in quanto ci chiediamo come mai, ancora una volta, non ci sia alcun cenno o speranza per un ufficio qui in Italia o almeno un Country Manager (e questo vale anche per la Grecia). Questi due sono paesi dove le comunità locali sono state davvero attive per anni e invece di pensare a modi per aiutarle e far crescere tali mercati, stai chiedendo ai venditori di fare ancora di più e, di fatto, di lavorare per Etsy gratis. 

Dov’è finita la tua etica? E la tua umanità, onestà e giustizia? 
Fino a questo momento abbiamo pur sempre apprezzato Etsy, perché non ci è mai stato chiesto niente e quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per l’amore del fatto a mano e della nostra community.

Potevamo essere d’accordo o meno sul tuo graduale abbandono della filosofia dell’handmade indipendente. Potevamo storcere la bocca alla lotta quasi inesistente (che potrebbe essere scambiata per acquiescenza) alle infrazioni del copyright e ai rivenditori, pur capendo quanto siano difficili questi compiti e anche quanto la presenza di questi venditori sia remunerativa.
Siamo state francamente sconcertate dalla tua mancanza di azione nei riguardi della recente dichiarazione di USPS che non traccerà più la posta in molti paesi, cosa che affliggerà moltissimi negozi europei.
Ci ha preoccupato il tuo annuncio sul Local purchasing per UK e Australia, dato che pensiamo che i compratori dovrebbero decidere da soli da dove comprare e dovresti essere consapevole che UK e Australia sono dei buoni mercati per i negozi di tutto il mondo.

Non possiamo però sopportare che l’Italia, dove il design e l’artigianato sono importantissimi sia nella cultura che nell’economia, sia considerata meno importante di altri mercati. Siamo consapevoli del fatto che gli italiani comprino poco online MA almeno potresti chiederti perché società come Google, Amazon e Samsung abbiano riservato un’attenzione speciale al Made in Italy. Noi esportiamo, attiriamo compratori stranieri e siamo un mercato immenso da questo punto di vista.

Sembra che Etsy sia l’unica piattaforma che non abbia visto questa opportunità, quella di diventare l’ingresso ad un mercato internazionale per tantissimi designer, artigiani e, visto il recente cambio delle regole, anche per la piccola e media impresa artigiana.
Etsy ha perso questa opportunità e questo è un suo diritto come azienda; ma è un suo diritto chiedere ai venditori di fare il lavoro che dovrebbe fare da sé? Pensiamo che con il Comitato consultivo dei venditori, Etsy abbia superato un limite. Se pagassi qualcuno per fare quel lavoro potresti raggiungere risultati ancora maggiori invece di usare le persone per i tuoi scopi.

Per queste ragioni affermiamo che:
- continueremo ad usare Etsy finché sarà il miglior marketplace per vendere l’artigianato;
- continueremo a gestire la comunità su Etsy, finché ci riusciremo e come potremo;
- PERÒ smetteremo immediatamente di promuovere Etsy in Italia.

Siamo perfettamente  consapevoli che Etsy qui è conosciuto anche grazie a quello che abbiamo fatto negli ultimi 6 anni. Nonostante questo fosse il nostro scopo, la situazione è ora divenuta insostenibile e quindi non possiamo continuare come prima senza un aiuto decisivo da parte della società. Abbiamo preparato il terreno per permettere ad Etsy di stabilirsi in Italia ma a questo punto non possiamo fare niente di più, abbiamo fatto già abbastanza.

Distinti saluti,
Il Capitano e i Leader di Etsy Italia Team

NB. Queste sono le nostre considerazioni personali e come tali non rappresentano le idee dei membri della nostra community. 

Cronistoria EIT:



2009
  • è nato;
  • ha raccolto ben presto almeno 100 negozi italiani;


2010
  • ha organizzato il primo CP in Italia (giugno, a Roma e Milano);
  • ha raggiunto i 400 membri (dicembre);


2011
  • ha organizzato il primo mercatino con solo negozi di Etsy (maggio, a Roma);
  • ha gestito insieme ad un altro team italiano lo stand Etsy ad Abilmente (ottobre, Vicenza),
  • ha iniziato a lavorare per contro proprio alla traduzione delle FAQ di Etsy;
  • ha organizzato quattro CP a Roma;
  • ha vinto il team spirit awards di Etsy;
  • ha organizzato la prima campagna di raccolta fondi per una buona causa raccogliendo 103€ per la GECA;
  • ha raggiunto i 700 membri (dicembre);


2012
  • ha tradotto Etsy in Italiano;
  • ha partecipato alla fiera  Kreativ come stand EIT (settembre, a Bolzano);
  • ha gestito il punto info Etsy a Opendesign (novembre, a Venezia);
  • ha organizzato 9 CP in Italia (sei a Roma, uno a Perugia, due a Milano);
  • ha organizzato la seconda campagna di raccolta fondi per una buona causa raccogliendo 108€ per l’inondazione delle 5 terre;
  • ha organizzato la terza campagna di raccolta fondi per una buona causa raccogliendo 1510€ (netti) per il terremoto in Emilia;
  • ha raggiunto i 1800 membri;


2013
  • ha aiutato nell’organizzazione della presentazione di Etsy in Italiano (febbraio, a Milano);
  • ha gestito e raccolto fondi per il Craft Camp tramite il crowdfunding (luglio-agosto);
  • ha partecipato al programma Mentor Month (settembre);
  • ha partecipato, su richiesta degli organizzatori, con 8 negozi Etsy alla Rome Maker Faire (ottobre, a Roma);
  • ha organizzato le due giornate del Craft Camp che ha visto la partecipazione di circa 500 persone (ottobre, Milano);
  • ha organizzato la quarta campagna di raccolta fondi per una buona causa raccogliendo 210€ (netti) ciclone in Sardegna;
  • ha raggiunto i 3000 membri (dicembre);


2014
  • partecipazione attiva a tutti i mesi della Etsy School;
  • ha partecipato al Summit europeo dei capitani di Etsy con una presentazione sul Craft Camp;
  • ha organizzato 12 CP in tutta Italia per il compleanno di Etsy (maggio e giugno), e almeno 20 totali durante tutto l’anno;
  • ha partecipato, su richiesta degli organizzatori, con 10 negozi Etsy alla Rome Maker Faire (ottobre, a Roma);
  • ha raggiunto i 4000 membri (dicembre);


2015
  • ha organizzato autonomamente la EIT school, scuola di formazione per negozi della community;
  • è stato invitato all’evento Creativi in rete per parlare di networking;
  • ha partecipato ancora una volta alla Maker Faire con alcuni negozi rappresentando Etsy alla Maker Faire Rome, fiera europea dei maker.


Open letter to Etsy about Seller advisory board


Dear Etsy, 
we have seen your announcement in the past days regarding the new Seller advisory board. We must say, we are greatly disappointed. While we appreciate a new way of getting in touch with sellers, we think the duties of such advisors far exceed any due commitment to the community.  

As members of the Etsy Italian community, we feel furtherly mocked, as we wonder why, once again, there's no office nor country manager for Italy (or Greece, for that matter). These are countries where the communities have been SO active for years now. Instead of thinking of how to help grow such markets, you're asking sellers to do even more and in fact, to work for Etsy for free.

Where are your ethics? Where is your humanity, honesty, and fairness?
Until this moment we appreciated Etsy, because nothing was ever asked of us and whatever we did, we did it for the love of handmade and our communities. 

We could disagree or not with your gradual abandonnment of the indie handmade philosophy.  We could grimace at the almost non existant fight (or rather allowance) to copyright infringement and reselling however we understand how difficult a task it is and how profitable the presence of such sellers on your platform is.
We were frankly disconcerted at your lack of action toward the recent declaration of USPS not tracking mail from many countries, which affects so many European Shops.
We were worried when you announced the Local purchasing news for UK and Australia, as we think buyers must decide by themselves from where to buy, and you might be aware that UK and Australia are good markets for shops all over the world.

We cannot bear the fact that Italy, where design and craftmanship are paramount in culture and economy, is considered less than other markets. We are aware that Italians don't buy online here,  BUT at least you may wonder why Google, Amazon, Samsung have been reserving special attention to the Made in Italy. We export, we attract foreign buyers, we are a huge market in that sense. 

It seems that Etsy is the only platform that hasn’t seen the opportunity, the one marketplace that could have been a chance for so many designers, crafters and, since the policy change, small and medium artisanal entreprises to open to an international market. Etsy has lost this opportunity, and this is in its right as a firm however is it in its right to ask for sellers to do the job it should do? We think this Seller advisory board is too much, Etsy has trespassed a threshold. If  you pay someone to do that job, you might achieve even greater results instead of using people for your purposes. 

For the above reasons we affirm that:
- we will keep using Etsy for as long as it’s the best handmade marketplace
- we’ll keep managing our community on Etsy, as long as we can and in the way we can afford
- HOWEVER we  will stop as of now to advertise and promote Etsy in Italy. 
We are well aware that Etsy is mostly known here thanks to what we have been doing during the last 6 years. Althought this was our aim, the situation has now become unsustainable therefore we cannot continue as before without any decisive help from the company. We prepared the ground for Etsy to establish itself in Italy however at this point we cannot do any more. We have done too much already.

Regards,
The Captain and Leaders of Etsy Italia Team

NB. These are our personal considerations and as such don’t represent our team mates ideas.


History of Etsy Italia Team



2009
  • was born;
  • gathered soon at least 100 italian shops on Etsy;

2010
  • organized the very first craft parties in Italy (June, in Rome and Milan);
  • reached 400 members (December)

2011
  • organized the first market with Etsy shops only (May, in Rome),
  • managed with another Italian team the Etsy space at Abilmente Creative Faire (October, Vicenza),
  • started to work at the translation of Etsy's FAQ;
  • organized four craft parties in Rome;
  • won Etsy Team Spirit Award;
  • organized the first fundraising campaign for a good cause getting 103€ for GECA
  • reached 700 members (December)

2012
  • translated Etsy in Italian thanks to Etsy translating tool;
  • attended Kreativ faire with an Etsy Italia Team booth (September, in Bozen),
  • managed the Etsy info pont ha gestito at Opendesign (November, in Venice);
  • organized 9 craft parties in Italy (six in Rome, one in Perugia, two in Milan);
  • organized the second fundraising campaign for a good cause getting 108€ for flooding in Liguria;
  • organized the third fundraising campaign for a good cause getting 1510€ for Emilia earthquake;
  • reached 1800 members (December);

2013
  • helped admins to organize the event to present Etsy in Italian (february, in Milan);
  • had a crowdfunding campaign to gather money for the Craft Camp (July-August);
  • attended the Etsy program Mentor Month, which allowed team shops to get paired and work together on aspects of selling (September);
  • attended at the Rome Maker Faire with 8 shops, upon request of the organizators (October, in Rome);
  • organized the Craft Camp, a two days event attended by about 500 people, where we taught on selling on Etsy, selling online, and had cutting edge craft workshos (October, Milan);
  • organized the fourth fundraising campaign for a good cause getting 210€ for the tornado in Sardinia
  • reached 3000 members (December);

2014
  • attended the Etsy School every month, allowing team members to learn how to sell online;
  • attended the Etsy European Captain Summit with a presentation about Craft Camp;
  • organized 12 craft parties for Etsy bday all over Italy (May and June), and at least 20 througout the whole year;
  • attended at the Rome Maker Faire with 10 shops, upon request of the organizators (October, in Rome);
  • reached 4000 members (December);

2015
  • self-organized EIT school, educational program for the team shops;
  • attended the event Creativi in rete to talk about networking;
  • attended once again the Rome Maker Faire with 4 shops selected to represent Etsy at the largest maker faire in Europe.

28 ottobre 2015

We Can Do It

Resoconto più o meno dettagliato da Creativi in rete - seconda parte - 2° giorno


Creativi in rete
Il secondo giorno di Creativi in rete è stato meno turbolento, sarà che la cena informale con le relatrici ha sciolto un po' le mie tensioni (stare con le donne che leggo quotidianamente e verso le quali provo un’ammirazione senza pari, e vederle come persone e non come VIPs, beh ha aiutato!), sarà che un bel sonno ristoratore e una colazione a base di Nutella aiuta sempre, sarà che le testimonianze altrui sono sempre rinfrancanti, ma ne sono uscite delle chicche mica da ridere.

Quello che mi piacerebbe sottolineare di questa giornata è che esperienze apparentemente distanti sono unite da svariati fil rouge, tanto che sembrano tratte dall’indice di un unico grande libro del Saper Fare e del Saperlo Fare Bene.


La giornata inizia con i racconti di Gabriella Trionfi, resa più umana dalle lacrime scese il giorno prima presentando la sua cara amica ed esperta commercialista Carmen Fantasia (autrice di “Fisco Amico”), che per prima mette sul piatto una grande verità, scavando nella sua più profonda intimità: spesso i progetti più ambiziosi nascono da piccole e grandi tragedie, che le donne vivono da sole, temendo che il solo nominarle o condividerle con altri, le faccia risultare ancor più inadeguate nel loro ruolo di mogli, madri, o, molto più semplicemente, donne. Già perché, senza nulla togliere al genere maschile, come avrai ben notato qui si parla di donne che cambiano il mondo e lo fanno un po’ in sordina, senza le luci della ribalta, ma dal silenzio della propria vita, tra le lacrime e gli sbattimenti, interni ed esterni. Un tempo ci si confrontava con le nonne, le zie, le mamme, le amiche; ricamando, cucinando, facendo lavori, spesso faticosissimi, dedicati al mondo femminile. Oggi tutto questo non esiste più, ma ciò non toglie che il bisogno di confronto sia cessato. Tutt’altro. Oggi lo scambio passa attraverso la rete e non ci si trova sui forum o nei gruppi facebook a parlare di smalti e rossetti (certo c’è pure quello), ma si parla di lavoro. Il lavoro che queste stesse donne si creano, perché spesso e volentieri, proprio quel lavoro non c’è: Gioia Gottini è la prima di una lunga lista che ribadisce come il motto “Se non c’è, fallo tu” stia alla base di tante nuove professioni, nate dall’esigenza di condividere le proprie conoscenze e arricchirle con la collaborazione. E Jolanda Restano, la regina delle mamme, lo mette ancor più in evidenza: “Da soli si è piccoli, ma insieme si può fare tanto”. E così continua Francesca Marano che con C+B ha creato una fonte inesauribile di informazioni e consigli dati da donne che ne sanno un botto, consigli che, in modo davvero molto umano, scaturiscono delle loro stesse esigenze di dare risposte a domande che frullano nei loro inarrestabili cervelli, per la naturale generosità di mettere a disposizione di tutti le proprie competenze. Quanto poi quei consigli, dati dalle donne alle donne, siano validi a un livello universale è evidenziato da un dato semplice semplice: il 23% dei lettori di C+B sono uomini. Lo ripeto, perché non si dica che le donne sono un mondo a parte da trattare con le pinze, il 23% dei lettori di C+B sono UOMINI! Certi numeri fanno inevitabilmente riflettere.

Al coro si aggiunge poi Paola Bologna (che insieme a Paola Tartaglino e la già citata Gabriella Trionfi ha organizzato questo evento) che, con una durezza delle parole ma una dolcezza dei toni, lo dice chiaramente: “Continuando a piangerci addosso, sprechiamo le energie che abbiamo”. Lamentarsi non fa bene alla salute ma anche vedere in ogni crafter una concorrente di certo rende la vita un inferno: Rita Bellati (il cui intervento è stato il primo giorno) lo dice dal cuore e con la voce tremolante, nonostante la passiflora “Guardiamoci come colleghe e non come minacce” perché in fondo chi sceglie di comprare proprio il tuo prodotto lo fa perché “non gli interessa di che marca sia, ma perché sa quello che sta comprando”.
Concetti che all’apparenza potrebbero sembrare semplici, ma se ogni relatrice li esprime, non lo fa per conformismo, ma perché c’è una “consapevolezza e un senso critico nel fatto a mano e nel fare a mano” (cit. Gaia Segattini) sempre più condiviso. E perché chi si avvicina al mondo dell’handmade, va alla ricerca di cose fatte da persone, e ha la necessità di sapere chi sei, “Gli frega di sapere chi sei” (cit. Enrica Crivello).

Allora è normale che le donne, ma anche gli uomini, che fanno parte di una rete, di un network, assumano un nome collettivo che le identifichi come facenti parte di un gruppo con una stessa visione: Le Reticelle, Le Colibrine, Le Mamas, le Cipiubine, Le Eittine (ovviamente).
E quella condivisione dei saperi spesso si trasforma in una solidarietà umana, che si traduce in atti di generosità spontanei, come la nostra capitana Fran ricorda nel suo intervento, citando solo alcune delle tante campagne di raccolte fondi portate avanti dall’Etsy Italia Team. Se vogliamo poi andare su aspetti più frivoli, beh molte di queste realtà hanno una data in comune: il 2013, anno in cui noi dell’EIT abbiamo organizzato il Craft Camp, e che ha visto la nascita e il consolidarsi di molte delle altre reti presenti, o ha portato grandi svolte nella vita professionale di molte delle relatrici; o ancora gli stessi nomi o cognomi di molte delle intervenute sono un po' delle parole d’ordine da seguire, delle attitudini mentali da ricordarsi: Gaia, Fantasia, Trionfi, Gioia, Restano.

Per concludere mi viene solo da citare Vendetta Uncinetta, perché un coro all’unisono così ampio può solo fare una cosa: dare speranza: Weekendoit!

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

27 ottobre 2015

Ma io cosa ci faccio qui?

Resoconto più o meno dettagliato da Creativi in rete - prima parte - 1° giorno


Creativi in rete
Il 24 e 25 settembre a Torino si è svolto Creativi in Rete, all’interno della manifestazione fieristica ManualMente e ho avuto la grande fortuna di parteciparvi in veste di segretaria (non pagata) di Fran, la capitana dell’Etsy Italia Team e co-fondatrice di Colibrì Academy.
Quando dico che è stata una grande fortuna, lo intendo davvero: non capita spesso di ritrovarsi in mezzo a un così folto gruppo di professioniste-star, che, con enorme stima, lasciatemi definire “le genie del web e portavoci dell’imprenditoria femminile, creativa e dell’handmade” in Italia.
Ora, non è che voglia solo tessere le lodi di queste menti in fermento, anche perché nomi come Francesca Marano, Gioia Gottini, Enrica Crivello o Gaia Segattini, tanto per citarne alcune, sono di certo una garanzia. Vorrei in realtà parlare di come certe persone siano in grado di scuotere le fondamenta delle tue proiezioni e ti facciano mettere in dubbio molto di quello che pensi e come lo fai.

Oggi mi ritrovo in mezzo a persone, a donne, che hanno fatto della loro passione il loro lavoro e nonostante affrontino la vita con gioia, umiltà e semplicità, sono tra le persone più serie che abbia mai incontrato. Stare in loro compagnia è fare un po’ la parte dell’uomo-ombra: quello che c’è ma non si vede. E non perché io voglia essere la primadonna, ma semplicemente perché al loro cospetto io mi sento un po' una nullità, nonostante siano di una gentilezza indiscutibile e ogni loro gesto è atto a metterti a tuo agio.
Insomma l’aver letto una manciata di post (i loro, il più delle volte), l’avere un negozio online (che ogni giorno è lì lì per esalare l’ultimo respiro) o lo scrivere saltuariamente su un blog, non fa di me né un’esperta, né una creativa e venditrice, né una scrittrice. Mentre loro sono tutto questo e molto altro: hanno studiato, si sono sbattute, hanno sudato, sognato, riso, pianto e basta sentirle parlare per un minuto per comprenderlo appieno. Parole come “Basta lavoretti, è il momento di professionalizzarsi” (cit. Gabriella Trionfi) o “[fare la blogger o la crafter] non è un ripiego, ma è un lavoro e ci vuole impegno” (cit. Francesca Marano) o ancora “chi ti sceglie, sceglie come lo fai, quel lavoro” (cit. Gioia Gottini), hanno un peso così rilevante che non passa inosservato. Sono, in fondo, parole che si sono dette anche qui, ripetutamente, ma sentirle fluttuare direttamente dalle loro voci, hanno una forza e un impatto che lasciano il segno. Chi come Enrica Crivello dice che nella propria pagina about è importante creare un legame che permetta al cliente non solo di riconoscersi in ciò che fai, ma di fargli capire che tu sei reale e stai parlando proprio con lui, non si riferisce solo al suo o al tuo lavoro, ma parla direttamente al cuore di chi il cuore lo mette quotidianamente in ciò che fa.
E tutte queste magnifiche parole, che possono confortare e supportare, dare la spinta e la forza, oggi in me hanno fatto sorgere una sola grande domanda: ma io, qui, che ci sto a fare? Credo che nella vita di molti, arrivi un momento di revisione e certe domande allora, sorgono spontanee: ma quello che faccio, perché lo faccio? E lo sto facendo nel modo “giusto”? Ma c’è un “modo giusto”? E soprattutto, ciò che faccio, lo faccio in modo sincero, umile, con il cuore leggero e la coscienza pulita?

Credo davvero che chi lavori con la creatività, sia essa manuale o intellettuale, queste domande se le debba porre, a un certo punto, e si debba dare delle risposte schiette, vere, sincere. Si sa che “la verità ti fa male”, ma a volte è l’unico percorso per poter andare avanti, migliorarsi o persino voltare pagina. Nessuno potrà mai dirci qual è la nostra strada, qual è quella giusta per noi, soltanto noi possiamo.

Oggi quindi niente frasi finali per ricaricarsi e spingerti in avanti, ma semplicemente soffermati, guardati allo specchio e scegli la tua strada.


PS: Avrei voluto riportare tutte le citazioni che mi sono appuntata, ma sono davvero troppe, e sicuramente nei prossimi giorni troverete resoconti ufficiali e slide* ben più dettagliati e meno umorali. Ma un grazie speciale lo vorrei comunque lasciare a tutte le Creative in rete per i loro interventi, scusandomi con chi non ho citato ma che ho amato lo stesso. Infine vorrei ringraziare Lalla di Pemberley Pond, che pur non essendo presente, grazie a un suo post di qualche giorno fa, mi ha dato lo spunto per alcune delle riflessioni e pensieri confusi che trovate in queste righe.

*Alcune slide sono già online, per il resto cercate l’hashtag della manifestazione #creativinrete (con una i sola ;)
Le slide di Gioia Gottini - Il cliente ideale
Il video dell’intervento di Francesca Marano
Le slide di Enrica Crivello About Page: da dove si inizia
Le slide di Colibrì Academy 3 S per un business handmade di successo

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.
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